Cristo Re
Dal Vangelo di questa domenica emergono due riflessioni molto importanti. La prima: qualunque gesto d’amore fatto al prossimo è fatto a Dio. La seconda: l’amore o è con- creto (dare da mangiare, vestire, accogliere…) o non è amore (Enzo).
«Il giudizio rileva in particolare l’omissione, il peccato del “non fare”. Ovvero, il peccato più diffuso e che più facilmente si può coprire con giustificazioni e scuse. Il “non amare” è il grande peccato: Dio ci giudica nel malato o nel carcerato che non visitiamo, nel bisognoso di cui non ci prendiamo cura, nell’altro che non amiamo. Se il giudizio di Dio è il suo sguardo che vede ciò che abita nel cuore dell’uomo, esso smaschera anzitutto ciò che non abbiamo voluto vedere» (Luciano Manicardi).
«Ci sarà tanta gente che incontrerà Cristo solo alla fine dei tempi, quando lui sarà il parametro autentico di ogni persona perché si presenterà per quel che è: il Re.
Ad alcuni parlerà con dolcezza, raccontando cose che loro non ricorderanno, gli dirà di averli incontrati e di essere stato trattato bene da loro. E queste diranno: ma no, non può essere, non ti abbiamo mai visto.
Lui risponderà: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Tante volte ci siamo chiesti come si salvano le persone che non conoscono il Signore, ma da sempre, luminosa, la risposta è in questo testo: la semplice umanità ci dice che gli affamati gli assetati vanno soccorsi e così tutti i diseredati della terra» (Fabio Rosini).