Diciannovesima Domenica del Tempo Ordinario
SCUOLA ESTIVA DI PREGHIERA – SETTIMO ESERCIZIO: RINGRAZIAMENTO
Ai primi tre esercizi del mattino – (1) apertura del cuore, (2) invocazione dello Spirito Santo, (3) preghiera del Padre nostro – , abbiamo suggerito di introdurre anche due esercizi di preghiera da fare nel corso della giornata – (4) la preghiera del cuore e (5) la benedizione dei pasti –. Settimana scorsa abbiamo suggerito il primo esercizio della preghiera della sera: la (6) richiesta di perdono.
L’esercizio da aggiungere questa settimana consiste in un breve momento – da fare dopo la richiesta di perdono – per ringraziare il Signore di tutti i benefici che ci ha concesso durante la giornata.
PERLE DEI PADRI DELLA CHIESA PER L’ESTATE
A Policarpo che entrava nello stadio scese una voce dal cielo: “Sii forte, Policarpo, e mostrati valoroso”. Nessuno vide chi aveva parlato, quelli dei nostri che erano presenti udirono la voce. Infine, mentre veniva tradotto, si elevò un grande clamore per la notizia che Policarpo era stato arrestato. Portato davanti al proconsole, questi gli chiese se fosse Policarpo. Egli annul e (il proconsole) cercò di persuaderlo a rinnegare dicendo: “Pensa alla tua età. Giura per la fortuna di Cesare, cambia pensiero e di’: Abbasso gli atei!”. Policarpo, invece, con volto severo guardò per lo stadio tutta la folla dei crudeli pagani, tese verso di essa la mano, sospirò e guardando il cielo disse: “Abbasso gli atei!”. Il capo della polizia insistendo disse: “Giura e io ti libero. Maledici il Cristo”. Policarpo rispose: “Da ottantasei anni lo servo, e non mi ha fatto alcun male. Come potrei bestemmiare il mio re che mi ha salvato?”.[. ..] Il proconsole disse: “Ho le belve e ad esse ti getterò se non cambi parere … “. L’altro rispose: “Chiamale, è impossibile per noi il cambiamento dal meglio al peggio; è bene invece passare dal male alla giustizia”. 2. Di nuovo l’altro gli disse: “Ti farò consumare dal fuoco, poiché disprezzi le belve, se non cambi parere. ..! “. Policarpo rispose: “Tu minacci il fuoco che brucia per un’ora e dopo poco si spegne e ignori invece il fuoco del giudizio futuro e della pena eterna, riservato agli empi. Ma perché indugi? Fa’ quello che vuoi!”.[ … ]
Non lo inchiodarono ma lo legarono. Con le mani dietro la schiena e legato come un capro scelto da un grande gregge per il sacrificio, gradita offerta preparata a Dio, guardando verso il cielo disse: “Signore, Dio onnipotente Padre di Gesù Cristo tuo amato e benedetto Figlio, per il cui mezzo abbiamo ricevuto la tua scienza, o Dio degli angeli e delle potenze di ogni creazione e di ogni genia dei giusti che vivono alla tua presenza. lo ti benedico perché mi hai reso degno di questo giorno e di questa ora di prendere parte nel numero dei martiri al calice del tuo Cristo per la risurrezione alla vita eterna dell’anima e del corpo nella incorruttibilità dello Spirito Santo. In mezzo a loro possa io essere accolto al tuo cospetto in sacrificio pingue e gradito come prima l’avevi preparato, manifestato e realizzato, Dio senza menzogna e veritiero. 3. Per questo e per tutte le altre cose ti lodo, ti benedico e ti glorifico per mezzo dell’eterno e celeste gran sacerdote Gesù Cristo tuo amato Figlio, per il quale sia gloria a te con lui e lo Spirito Santo ora e nei secoli futuri. Amen”.
Appena ebbe alzato il suo Amen e terminato la preghiera, gli uomini della pira appiccarono il fuoco. La fiamma divampò grande. Vedemmo un prodigio e a noi fu concesso di vederlo. Siamo soprawissuti per narrare agli altri questi awenimenti. Il fuoco, facendo una specie di voluta, come vela di nave gonfiata dal vento, girò intorno al corpo del martire. Egli stava in mezzo, non come carne che brucia ma come pane che cuoce, o come oro e argento che brilla nella fornace. E noi ricevemmo un profumo come di incenso che si alzava, o di altri aromi preziosi. (Dal Martirio di San Policarpo).